Si è concluso il Concorso di Pittura Rotariano EsponiMI con la serata di premiazione, tenutasi giovedì 17 settembre presso l’hotel NH di Rho Fiera.

Il concorso ha riscosso un notevole successo raggiungendo più di cento adesioni di giovani artisti.

Nato dalla collaborazione di tre Club Rotariani, RC Milano Villoresi, che ha agito da segreteria organizzativa, RC Milano Rho Fiera Centenario, nella cui sede si è svolta la premiazione, e RC Rho, EsponiMi ha inteso, con questa prima edizione, incoraggiare e sostenere l’ingresso degli artisti under-35 nel vivo della realtà professionale.

Alla vincitrice del concorso, Ginevra Tarabusi, è spettato il premio consistente in euro 5.000, cui seguirà una mostra personale presso una prestigiosa galleria milanese; ai sette secondi classificati a pari merito verrà allestita una collettiva nella primavera 2021 nel medesimo spazio espositivo.

Il successo dell’iniziativa è un incentivo per i Club alla proposta di una seconda edizione di EsponiMI.

 

LE OPERE, GLI AUTORI

Il lavoro si inserisce all’interno di un trittico liberamente ispirato alla favola de “Il satiro e il viandante” di J. De La Fontaine, proponendosi come pagina di un libro, frammento di una ricerca incentrata sul libro d’artista, nella quale il colore, strato dopo strato, diventa protagonista e narratore, accanto alle figure, di una nuova storia aperta a nuove possibilità e interpretazioni.

Ginevra Tarabusi – vincitrice

 

Arduina è la dea celtica della foresta, preposta alla crescita delle selve e dei boschi, e alla tutela della fauna. La Dea cura le sorgenti d’acqua, le radici degli alberi e monitora la maturazione dei frutti, controlla la diffusione di parassiti ed epidemie, a tutela dell’intero circolo della vita, dove è necessario un armonico bilanciamento tra risorse ed esseri viventi. Il ruolo invasivo dell’uomo sull’equilibrio naturale è punito da Arduina attraverso la violenza delle forze naturali.

Viola Barovero

Il mio lavoro si articola su un continuo dialogo tra l’esterno e l’interno dove l’immagine pittorica assume una forma visibile ma allo stesso tempo indefinibile completamente e credo che il centro di questa ricerca si trovi nell’equilibrio tra la figura e la sua dissoluzione, si tratta di uno studio sul colore (o non-colore) fondato su una gamma cromatica di bianchi, neri e grigi, nel rapporto tra la materia e lo spazio, un lavoro fatto di velature che creano luci e ombre in grado di formare un immagine dall’interno della pittura e della mia interiorità.

Nelle mie riflessioni protagonista è l’ombra nelle sue infinite possibilità rispetto al passaggio del tempo e della luce. L’attimo sospeso, l’après- midi, si configura nella dominanza dei grigi, la soglia tra l’ombra e la luce, tra ciò che è passato e ciò che è ancora in divenire. L’uso della polvere e dei pigmenti di varie sfumature di nero assume proprio il significato di misurazione cronologica che si stratifica sulla superficie pittorica scandendone il tempo. Il grigio nelle sue tonalità è il colore dell’ombra, della polvere che come ricordava Richter “…ha la capacità, come nessun altro colore, di rendere visibile il nulla…”.

La temporalità è propria della polvere, come accumulo è indice e misura del trascorrere del tempo ma insieme lei è là, immobile, è il prima o il dopo mai il presente in sé. Con l’ombra condivide perciò l’essenza impalpabile ma visibile, l’aspetto ultrasottile, subliminale, imprendibile e soprattutto di resto indistruttibile.

Debora Fella

Il quadro rappresenta la mia personale visione di una società corrotta e maligna. In primo piano un volto umanoide di profilo rappresenta l’umanità, decapitata e in procinto di subire una lobotomia. Le tre figure mostruose hanno rispettivamente occhi, orecchie e bocca bendate, simboleggiano i poteri forti corrotti dal male che operano contro la volontà morale dell’ignara vittima. Infine le due creature violacee, sono gli ignavi che osservano la violenza senza intervenire.

Eleonora Fristachi

Il ciclo di dipinti intitolato Enigma si sviluppa frammentariamente intorno all’immagine di un interiore metafisico, un luogo della mente pervaso da un verde luminoso e assoluto. Lo spazio è scandito da misteriosi tubolari che alludono all’imprevisto intessersi del pensiero. La trama si perde oltre i confini del quadro, che resta aperto come la soglia di un interrogativo difficilmente formulabile.

Iacopo Pesenti

Amor arma ministrat è una reinterpretazione della figura del Cupido che, adattatosi alla contemporaneità, abbandona arco e frecce per volgere lo sguardo verso strumenti più efficaci e moderni. Elmetto in testa e granata a portata di mano, Cupido, diviene manifestazione di un’amore irrazionale, votato alla pura emotività.

Denis Picatto 

La tecnologia, il progresso, l’evoluzione portano ad un’inesorabile processo di continuo cambiamento, innescando così un meccanismo che non può che portare alla creazione di rifiuti. L’uomo, quale mezzo del cambiamento, diviene così una semplice ruota negli ingranaggi della tecnica.

Esattamente come gli oggetti dal lui prodotti, esso stesso si trasformerà in un rifiuto della società, quando non sarà più utile. Il sistema tecnologico/evolutivo lo porterà a diventare un elemento marginale.

Un tema che oggi dovrebbe portare l’essere umano a riflettere.

Leonardo Prencipe

Questo lavoro coinvolge due elementi indipendenti: la parte e l’insieme, cioè la parte è essenziale per l’unità del tutto. In natura una piccola pianta può essere suddivisa in varie particelle. Il valore di ogni singola parte crea il valore della natura completa. L’insieme sarà completo e significativo se le singole parti si possono separare indipendentemente. All’interno di questi quadri vi è una complessa struttura lineare che implica un sistema invisibile che influenza e decentralizza la vita degli esseri umani. La connessione fra ogni frammento del puzzle è la metafora di una connessione digitale: attraverso internet le persone possono viaggiare in diversi spazi, e decidere se connettersi o disconnetrsi in qualsiasi momento dal mondo esterno.

Peng Shuai