L’avvicinarsi della conclusione positiva del progetto di vaccinazione per l’eradicazione globale della poliomielite, GPEI, se da un lato apre il cuore alla speranza e alla soddisfazione, dall’altro con il suo andamento altalenante e il corso complesso riempie di domande sull’efficacia dell’ingentissimo sforzo che esso ha chiesto, chiede e ancora chiederà per alcuni anni. È difficile, dopo oltre trent’anni di impegno, tenere alta l’attenzione, evitando il rilassamento, e ulteriormente fugare i dubbi e le incertezze. È sempre incombente il pericolo che tutto ciò che si è costruito nel lungo periodo possa crollare anche in tempi brevi.
Da qualche tempo però si sta facendo strada la consapevolezza che il cospicuo sforzo compiuto ha avuto, ha e potrà avere effetti benefici sulle condizioni sanitarie nel loro complesso dei paesi in cui si è maggiormente agito che vanno ben aldilà dello specifico dell’eradicazione della poliomielite, amplificando in un modo talvolta assai poco misurabile, ma sempre efficace, i positivi effetti su altre patologie che minacciano la salute dei cittadini di quei paesi direttamente e per traslato, vista la natura epidemica di molte di esse, quella di tutti gli abitanti del mondo.
Questa consapevolezza dell’importante risultato che la GPEI sta ottenendo e della straordinaria opportunità di dilatarne i confini, deve diffondersi e permeare lo sforzo di sostegno all’interno del mondo rotariano ma anche al di fuori di esso perché nulla vada perso di quanto è stato costruito.
Il Convegno “La Salute delle Nazioni” vuole raccoglie queste suggestioni, che traspaiono anche nel titolo, dando voce a testimonianze di elevato contenuto, a conforto di chi opera in prima linea ma anche e soprattutto di chi nelle retrovie si spende per il comune obiettivo.